Networking e competenze sono sufficienti per rendere interessante un curriculum vitae? Incontro spesso dei giovani che mi chiedono quale sia il formato di CV da utilizzare e che cosa possano scrivere dal momento che la loro esperienza è ancora limitata agli studi. Questo vale offline come online.
Prima di parlare del tanto famoso formato europeo del curriculum vitae – e di quanto io lo odi profondamente-, vorrei fare un inciso sulla valorizzazione delle competenze di chi per ora crede di non aver fatto altro che studiare.
Prima fra tutte è che saper studiare non è cosa da tutti. Si è vero ci sono molte persone che lo fanno, ma altre no. Avere un metodo di studio è una grande conquista che si porterà avanti anche nella professione dove, vi accorgerete, c’è un grande circo di persone alcune delle quali si dimostrano prive dei fondamenti della lingua italiana.
Si evince per esempio da come le persone non sappiano esprimersi usando la grande varietà che il vocabolario italiano ci offre e non sappiano scrivere: dimenticate ogni forma abbreviata che avete usato fino ad ora e fate vedere al mondo che aver letto molto vi rende delle persone abili nel comunicare i vostri pensieri. Condividete la vostra conoscenza.
Qualche giorno fa sono stata relatrice al LinkedIn Day, un evento di LinkedIn Italia rivolto ai responsabili delle Risorse Umane d’azienda. Il tema della giornata era “Il lavoro della vita” e abbiamo aperto dicendo “Life is about the people you meet”: è importante che nella vostra vita di giovani studenti frequentiate persone che vi possano arricchire. Come dice Domitilla Ferrari nel suo libro “Due gradi e mezzo di separazione. Come il networking facilita la circolazione delle idee (e fa girare l’economia)”, selezionate le persone da frequentare: dallo scambio quotidiano con gli altri e dalla conoscenza di nuove persone emerge tutti i giorni l’opportunità di imparare qualcosa di nuovo contaminando anche i saperi che derivano dai vostri studi.
I docenti che vi sono stati più cari resteranno per sempre i vostri mentori: è a loro che ripenserete in momenti cruciali della vostra vita professionale. Anche i docenti con cui avrete avuto un rapporto più difficile vi resteranno bene in mente, ma questo è un altro discorso.
Durante gli studi è possibile che abbiate fatto delle esperienze lavorative temporanee, dalla baby sitter alle ripetizioni, dal servire i tavoli a qualche lavoro stagionale come animatori. Tutto ha un peso e vi dà l’opportunità di valorizzare una determinata competenza, concorre a raccontare voi chi siete e come vi comportate. E se non avete fatto un’esperienza di lavoro durante gli studi io fossi in voi ci penserei.
Ora torniamo alla nostra valorizzazione online. Partite da un CV Europeo perché a volte è d’obbligo? Ok, ma se non è d’obbligo fate una versione più leggera e personalizzata. Il CV europeo come dicevo sopra non mi è mai piaciuto e, se lo trovo utile a dare degli spunti di compilazione, il suo utilizzo non lo condivido. Ognuno di noi è diverso, prendete spunto dalla aree che LinkedIn vi chiede di compilare piuttosto, guardate gli altri ragazzi in giro per il mondo cosa hanno scritto di loro.