Quando Conviene l’Apertura di un Conto Deposito

Negli ultimi anni, a causa della crisi che il nostro Paese, come i mercati mondiali, sta vivendo, l’atteggiamento degli Italiani nei confronti degli investimenti è notevolmente cambiato. Mentre prima il vantaggio si focalizzava soprattutto sul rendimento finale, ora, l’atteggiamento è rivolto alla sicurezza e alla possibilità di gestire personalmente il proprio denaro, cosa permessa dal conto deposito.

 

Per aprire un conto deposito devo essere un esperto di investimenti?
Il conto deposito si apre proprio come un conto corrente normale. E’ facile: devi solo essere già un correntista della banca in cui vuoi investire e devi portare i tuoi documenti al momento dell’apertura del conto deposito. Addirittura molti conti possono essere aperti anche online, comodamente da casa tua. Gli investimenti legati al tuo capitale saranno calcolati al centesimo nel momento in cui aprirai il conto. Saprai quale sarà il tuo tasso di interesse e il rendimento che otterrai. Inoltre, non ci sono costi di attivazione né di gestione.

Come posso valutare l’interesse migliore per me?
Questa è una domanda a cui devi rispondere una volta considerate bene le tue possibilità. Hai la necessità di avere sempre il tuo denaro libero? Se la risposta è sì, scegli un conto deposito libero: potrai muovere sempre i tuoi soldi, potrai gestirli tramite internet e riceverai i rendimenti periodicamente. Il tuo tasso di interesse sarà quello base, che si aggira attorno all’1% ma in alcune banche è superiore.
Se, invece, ti puoi permettere di vincolare i soldi per più tempo scegli un conto deposito vincolato. Blocchi i tuoi soldi per un periodo che varia da 1 a 36 mesi. Ottieni i rendimenti alla fine, i tassi di interesse possono arrivare a valori superiori, e infine, se per un motivo qualsiasi devi sbloccare i tuoi soldi, non c’è problema. Non paghi nessuna penale e otterrai comunque il rendimento minimo per il tempo in cui hai tenuto bloccati i soldi.

Come faccio a essere sicuro che non perderò i miei soldi?
Il conto deposito è uno degli investimenti più sicuri che attualmente le banche propongono. Il punto è che i circuiti entro cui si muove sono quelli delle banche e non quelli del grande mercato finanziario. Per cui non subiscono direttamente crisi o oscillazioni. Inoltre, ogni banca è tutelata dal Fondo Interbancario di Tutela Deposito. Fondo che provvede in caso di fallimento della banca a risarcire il cliente/investitore fino ad una somma di 100.000 euro.
Una volta che avrete risposto a questa serie di domande, giungerete alla stessa conclusione della maggior parte degli italiani che investono. Il conto deposito è facile, sicuro e ha rendimenti mirati e vantaggiosi. Risulta essere la scelta giusta in un periodo di incertezze come questo.

Motivi per Investire in Oro

L’oro è sempre stato considerato come un bene rifugio e quindi investire in tale commodity ha sempre rispondenza di mercato per un triplice ordine di motivi:

La domanda mondiale di oro sia per collezionismo che per oreficeria non diminuirà mai, per non parlare poi della componente istituzionale (cioè dei paesi che intendono aumentare le loro riserve auree per avere maggiore collaterale di garanzia e, quindi, maggiore capacità di sostenere il cambio).

L’instabilità politica non fa che destabilizzare il valore dei corsi azionari correlati e ci si può trovare con un pugno di mosche in mano, letteralmente. Non con l’oro, dato che lo stesso ha una componente anti-ciclica, nel senso che nei periodi di maggiore turbolenza siamo comunque messi al riparo, purché non ci si esponga totalmente in oro e si mantenga una gestione prudenziale

Si può decidere di investire in oro fisico ed in oro finanziario e ciascuna delle alternative ha i propri vantaggi e svantaggi.

Chi adotta la regola della diversificazione, una componente di almeno il 10% del portafoglio viene investita in oro. Vi consigliamo comunque di non esporvi per più del 20% del vostro capitale in oro.

Per quale motivo, visto che l’oro è un bene rifugio, non dovrebbe convenire l’investimento di tutto il capitale (il 100%)?

La regola della prudenza finanziaria è sempre l’ape regina del portafoglio degli investimenti, in modo che ogni singolo asset di impiego del capitale (ape operaia) faccia da sistema, senza che si dipenda totalmente dall’andamento di un certo sottostante.

Chi ha, infatti, investito in oro abbandonando le regole della gestione prudenziale, ha finito col perdere il valore reale dell’investimento e soprattutto se denominiamo l’investimento nella valuta domestica euro (rischio di cambio).

Questo perché?

Da quando l’oro assume anche un ruolo istituzionale (riserva valutaria) è più soggetto ad oscillazioni dei prezzi, e sono proprio queste a determinare la consistenza del nostro capitale in oro, nell’ipotesi che avessimo optato per un conto corrente in oro che chiaramente segue il valore di mercato.

L’alternativa più difficile da raggiungere è rappresentata dall’acquisto e dallo stoccaggio di oro puro che rispetti i requisiti di purezza richiesti dal mercato e sia tra i più pregiati per composizione. A questo punto, non resta che affidarsi ad un intermediario per la sua custodia e procedere al pagamento delle spese di custodia senza ricavare nulla dall’investimento volta per volta, se non quando lo decidiamo noi in base alla fase di mercato.

Ma questa alternativa è sicuramente più costosa dell’aprire un conto Etf, Etc o dell’investire in oro finanziario. Alcuni la preferiscono perché possono decidere quando rivendere e convertire in denaro l’oro fisico, senza aver dubbi sulle intemperanze del mercato.

Bisogna, poi, affidarsi a seri professionisti per acquistare valore autentico in oro: non è sufficiente il contenuto intrinseco di oro ma bisogna che vengano rispettati determinati requisiti. Uno degli investimenti molto in voga, nell’oro fisico, è quello in sterline d’oro, investimento che presenta meno problemi di stoccaggio o di conservazione.

La caratteristica positiva dell’investire una certa composizione del proprio portafoglio in oro è rappresentato dall’alto grado di liquidità, soprattutto se fisico. Si può, quindi, con semplicità smobilizzarlo, non appena lo si desidera e non appena il mercato lo rende conveniente, realizzando un certo introito.

L’evoluzione del mercato quotazione oro
Le ultime tendenze di mercato delle quotazioni dell’oro ci dimostrano ancor più quanto sia importante avere un atteggiamento prudente anche con tale bene-rifugio, dato che ci troviamo in una fase ribassista del prezioso.

Perché? Per i seguenti motivi:

– 1) Il dollaro si sta rafforzando, in termini relativi
– 2) Si prospetta la fine della politica di “quantitative easing”, consistente nel riacquisto di titoli di stato da parte dei paesi satellite e non, per gli Usa
– 3) Assistiamo, in simultanea, a cali nel mercato delle materie prime e delle risorse petrolifere che si vendono meglio nel mercato “nero”, invece che in quello ufficiale.

Tutti questi fattori stanno determinando un calo delle quotazioni di oro che ci sconsigliano dal tenere in portafoglio quote azionarie ferme di oro finanziario, nulla ci dicono per il nostro stoccaggio di oro fisico, molto ci consigliano se siamo abituati a speculare “al rialzo” o “al ribasso”, captando le fasi di mercato (da quest’ultimo punto di vista, l’oro si comporta come qualsiasi altro sottostante, solo che ha un maggiore margine di prevedibilità).

Possiamo consigliarvi, pertanto, di applicare per dare un solido sostegno alle vostre teorie i moderni strumenti di analisi tecnica, uniti alle ultime notizie sullo scenario oro.
Volete investire al top commodity, diversificando in portafoglio? Provate ad esporvi non solo in oro ma anche in altri preziosi (ad es. diamanti).

In questo modo, quando l’oro non va a gonfie vele, si possono sfruttare i punti di picco di altri pregiati che stanno mostrando dinamiche interessanti, non correlate quanto l’oro con l’economia del dollaro.

Qual è il fondamentale economico da tenere in considerazione, al fine di prevedere cosa farà il prezzo dell’oro? L’inflazione. Per logica, a parità di altre variabili, quando diminuisce il potere d’acquisto della moneta (aumento dell’inflazione), è maggiore l’inclinazione degli investitori e dei risparmiatori a rifugiarsi nei beni rifugio.

Meglio l’oro o i titoli di Stato? Dipende da una serie di fattori. Certamente, i titoli di Stato sono molto più connessi alla politica dello Stato emittente ed alle sue discrezionalità di policy (ad es. i bassi tassi di rendimento dei titoli europei sono anche per volontà dell’Eurozona che riduce l’impegno di rimborso e lo rende meno rischioso).

Da certi punti di vista, quindi, molti analisti dei mercati finanziari consigliano sempre, seppur con la dovuta prudenza, di investire in commodity.

Da chi viene determinato il prezzo dell’oro?
Come per tutti i sottostanti, c’è sempre il mercato nero (ad es. i compro oro potrebbero non applicare le tariffe ufficiali live del mercato).

In ogni caso, volendo tenere conto del prezzo ufficiale, il mercato più importante è quello di Londra, da cui emerge il fixing dell’oro. Ad esso, poi, sono da aggiungere le commissioni di transazione che possono cambiare a seconda degli intermediari a cui ci rivolgiamo.

Come si ottiene il fixing sull’oro? Tenendo conto di tutto quello che è indagabile ufficialmente (contratti futures conclusi, andamento della domanda e dell’offerta del prezioso).

Ultimamente, però, a quanto sembra, tale metodo sarà abolito e si terrà conto solo delle quotazioni live, dato che il “fixing” spesso non riflette, con precisione, il mercato effettivo e lo tende a condizionare, al rialzo o al ribasso.

Quindi, meglio non guardare troppo le previsioni last minute e fidarsi del proprio istinto, tenendo sott’occhio le dinamiche:
– Economia Usa (correlazione inversa dell’oro)
– Mercato petrolifero e materie prime (correlazione diretta dell’oro)
– Inflazione (correlazione diretta nel senso che all’aumento dell’una, aumenta anche l’esposizione nel bene rifugio)
– Disordini, a livello geopolitico o conflitti militari. Tensioni fra stati esportatori-importatori.

Per il resto, l’oro ha perso la stabilità originaria di mercato e tende ad inabissarsi in saliscendi anti-ciclici su cui è consigliabile investire, con atteggiamento “speculativo” di portafoglio (oro finanziario ed orizzonte di breve termine dell’investimento) oppure “conservativo”-strategico (oro fisico ed orizzonte di medio/lungo termine dell’investimento).

Non dimenticatevi mai del tasso di cambio
Quando investite in oro, la valuta principale di denominazione del vostro investimento è il dollaro. Quindi, quanto più la valuta dollaro si apprezza rispetto all’euro, tanto più il vostro investimento varrà di più in termini di dollari; se avete investito in un Etc o Etf non vanificherete il rialzo delle quotazioni dell’oro con il deprezzamento del dollaro.

Questo è il periodo ideale per ritornare ad investire in oro, preferibilmente aprendo il deposito in valuta estera (dollaro), anziché in euro.

Sono le prospettive dell’economia Usa che riporteranno le quotazioni dell’oro nuovamente in rialzo, dopo questo temporaneo “tonfo” di mercato. Anche se il dollaro andrà meglio, è da considerare la titubanza degli investitori verso i bond o le altre forme alternative di investimento.

Questi, incoraggiati dall’apprezzamento del biglietto verde, si fionderanno nuovamente sull’oro finanziario, gestendo principalmente gli strumenti con leva.

Cosa Sono i Registri Immobiliari

Che cosa sono i registri immobiliari? In cosa consiste la loro funzione? Andiamo a scoprirlo subito. Il legislatore ha considerato che fosse nell’interesse della comunità sottoporre alcune categorie di beni a forme di pubblicità: nel caso degli immobili, si tratta appunto dei registri immobiliari, ma tale provvedimento si applica per esempio anche alle automobili, con un registro automobilistico. Esistono, inoltre, anche un registro navale. I registri immobiliari sono conservati in quelle che vengono chiamate conservatorie, che attualmente fanno parte dell’Agenzia delle Entrate.

Ma qual è l’utilità di mantenere e aggiornare i registri immobiliari? L’intenzione principale dell’istituzione di tali registri è doppia: da una parte ci si propone di agevolare la conoscenza da parte di tutti dello stato degli immobili. In questo modo si vuole cercare di favorire la soluzione di controversie e conflitti potenziali. Dall’altro lato si vuole aumentare la certezza sul loro stato, facendo sì che derivino conseguenze non di poco conto dall’osservanza delle forme pubblicitarie che il legislatore prescrive. Cerchiamo di spiegarci: da un lato i registri immobiliari rappresentano lo strumento attraverso il quale è possibile scoprire se su un immobile cui si potrebbe essere interessati o che si vorrebbe comprare gravino ipoteche, o magari se quell’immobile è in locazione, come spiegato in questa guida di Roberto Rossi sulla locazione.

D’altro canto, è indispensabile trascrivere in questi registri tutti gli atti che sono arrivati a conclusione. Per quale motivo? È bene specificare che la trascrizione dell’atto, che per esempio può riguardare una compravendita, non costituisce una condizione di validità giuridica dell’atto: tuttavia, rappresenta una condizione necessaria affinchè l’atto sia opponibile a terzi. Traducendo in concreto, nel caso in cui si verifichi la doppia alienazione di un bene, vale a dire nell’eventualità in cui qualcuno abbia venduto la stessa cosa a due diversi soggetti, il legittimo proprietario sarà colui il quale ha trascritto l’atto per primo. A proposito dei beni immobiliari, è importante sottolineare che la trascrizione costituisce un obbligo specifico da parte del notaio al quale ci si rivolge nel momento in cui si stipula l’atto di compravendita dell’immobile.

In caso di mancata trascrizione da parte del notaio, infatti egli è il responsabile dei danni nei confronti della persona che subisce il torto. Per avere ogni informazione in maniera dettagliata suoi registri immobiliari, e per poterli consultare e trovare tutti i mezzi per contattare le persone competenti, è opportuno consultare direttamente il sito Internet dell’Agenzia delle Entrate, oppure recarsi direttamente presso uno degli sportelli presenti sul territorio nazionale, dove si avrà anche la possibilità di compilare la modulistica relativa. Concludiamo sintetizzando: nei registri immobiliari sono riportate tutte le vicende riguardanti beni. Essi possono essere consultati da chiunque: se una persona vuole verificare, per esempio, se una certa proprietà riporta determinati privilegi, o è stata venduta, o è gravata da ipoteca, grazie ai registri immobiliari può farlo. I registri sono a base personale, nel senso che a ogni nominativo di una persona corrispondono gli atti trascritti contro o a favore: è importante, inoltre, assicurare la continuità delle trascrizioni.

Conto Deposito – Interessi Anticipati o Interessi Posticipati

I conti deposito stanno diventando una delle modalità di investimento preferite dagli italiani. Consentono di investire in modo sicuro e di avere la massima flessibilità di scelta.

Puoi infatti scegliere la durata dell’investimento e la possibilità o no di toccare il tuo capitale investito. Il conto deposito ha una durata minima che non supera i 36 mesi e che normalmente è di 12 mesi. Le banche offrono degli interessi notevoli considerato il breve periodo di permanenza del tuo denaro. Puoi scegliere di investire anche per un solo mese oppure per 3, 6, 9 mesi etc, a seconda della banca per cui opti.

Inoltre la scelta può ricadere anche su prendere il rendimento in anticipo o alla fine del vincolo.

Alcune banche, come CheBanca e Rendimax offrono ai propri clienti l’occasione di prendersi subito gli interessi attraverso la formula di liquidazione anticipata.Praticamente scegli il conto deposito, la quantità di denaro da investire e la lunghezza dell’investimento e ottiene subito il tuo rendimento.

CheBanca, per esempio, pone la liquidazione anticipata come la regola, ovvero non è una scelta ma è proprio la sua politica finanziaria.

Cosa scegliere?

Intanto per scegliere la liquidazione anticipata per ora la scelta ricade su queste due sole banche, mentre le altre non la considerano proprio.

Per scegliere, dovresti farti una domanda: perché prendere i soldi prima?

Se ti servono per uno scopo specifico, prendi gli interessi in anticipo; ma se la scelta è dettata dalla paura di non prendere i dovuti interessi a fine mandato, devi stare tranquillo. I conti deposito rappresentano uno degli investimenti più sicuri e garantiti in Italia.

Le altre banche non offrono gli interessi anticipati ma sicuramente ti daranno una percentuale di rendimento più alta. Quindi se hai la possibilità di aspettare ti consiglio di scegliere un conto deposito con liquidazione posticipata in modo da ottenere un rendimento maggiore.

Indicatore Sintetico di Costo – A Cosa Serve

Doveva servire a fare chiarezza, l’Isc, l’indicatore sintetico di costo che ha comunque rappresentato un bel passo in avanti rispetto a quanto accadeva in precedenza ma che da solo non basta ad aiutare gli utenti ad orientarsi nella scelta della banca più economica e più adeguata alle proprie esigenze.

Per iniziare, cerchiamo di capire, quindi, come viene calcolato l’Isc. Questo indicatore si elabora prendendo come termini di paragone tre diverse clientele: una giovane, una pensionata, una familiare. Dopo, si cerca di effettuare un incrocio con i livelli di operatività e si creano sei profili tipici di clientela. Il numero di operazioni effettuate durante l’anno varia, dunque, da un minimo di 124, per i pensionati con bassa operatività, ad un massimo di 253, per famiglie con operatività elevata.
Non vengono incluse, tuttavia, operazioni come il deposito titoli e l’emissione di assegni circolari, e non vengono presi in considerazione gli interessi maturati e le tasse da pagare.

Inoltre, viene effettuato un calcolo, per ciascun profilo, anche a seconda del canale privilegiato, che sia internet o lo sportello. La metodologia di calcolo è molto rigorosa, quindi i risultati ottenuti possono essere considerati decisamente molto attendibili.

Per le banche tradizionali, non è possibile prevedere meno di 100 euro di Isc, ma grazie all’home banking si possono ridurre sensibilmente i costi, pur a parità di operazioni. Addirittura, per alcune banche on line, l’Isc è pari a zero, non esistendo costi di gestione e a patto di effettuare ogni operazione esclusivamente via internet. Per chi fosse interessato, consigliamo istituti di credito come Ing Direct, Webank, IW Bank.