Non è una domanda con una risposta scientifica (nemmeno finanziariamente parlando, visto che i due investimenti non sono sostitutivi), ma si può comunque cercare di fornire qualche spunto ricordano che, sebbene il recupero dell’oro abbia lasciato molti osservatori sorpresi, lo sprint dell’argento è diventato ancora più sorprendente: il metallo ha accelerato la corsa al punto da spingersi fino a 17,70 dollari l’oncia, un record da 11 mesi a questa parte, e togliere dunque il premio di migliore asset dell’anno al collega oro, con un rialzo di oltre il 23%.
Di contro, l’oro si è invece apprezzato di circa il 18%, essendo dunque stacctato di ben 5 punti percentuali nella lista degli asset con le migliori performance del periodo. Ad ogni modo, non di solo argento o oro si vive e si investe. Soprattutto tenendo in considerazione che tutti i metalli preziosi in realtà stanno godendo di un momento favorevole: sia sufficiente pensare al platino, ai massimi da 10 mesi, o al palladio, ai massimi da 6 mesi.
Tuttavia, è proprio l’argento a trainare il comparto, sottrando una quota di attenzioni all’oro, che invece fino a poco tempo fa era considerato l’asset sul quale scommettere con maggiore enfasi.
Tornando all’argento, le scommesse su tale metallo prezioso sono cresciute rapidamente nelle ultime settimane, autoalimentando i rialzi. I fondi la settimana scorsa hanno aumentato di ben il 30% le posizioni lunghe (all’acquisto) al Comex, a 54.885 contratti: non erano mai state così tante dal 2006, quando la Cftc ha iniziato a contarle. Il superamento di soglie tecniche significative – ha ricordato il quotidiano Il Sole 24 Ore – ha poi provocato molte ricoperture nei giorni scorsi, dando un’ulteriore spinta ai prezzi, che comunque restano molto lontani dal record ultratrentennale del 2011, quando raggiunsero 48,44 $/ oz. Anche gli acquisti di Etf sull’argento stanno intanto accelerando, tanto che il patrimonio ha quasi eguagliato il primato di ottobre 2014, di 20.182,2 tonnellate.
Nemmeno sul fronte dei dati macro, segnalano tuttavia gli osservatori, sembrerebbero giungere delle giustificazioni a questo andamento. E nemmeno il fatto che la Cina, dallo scorso novembre ha abolito i dazi sull’import di concentrati (con i suoi acquisti che si sono di conseguenza sviluppati in aumento), e nemmeno il fatto che il consumo dell’argento è legato anche al crescente business delle rinnovabili (è un “ingrediente” usato nei pannelli solari), sembrerebbe sufficiente a spiegare tale movimento.