Per i non esperti di finanza i prodotti derivati rappresentano un campo minato e la sensazione è pienamente giustificata in quanto sono strumenti complessi, evoluti e destinati ad investitori professionali, capaci di sfruttare le opportunità offerte e, nel contempo, siano in grado di gestire i rischi relativi, che sono notevoli. In questa guida cercheremo di vederne alcuni, quelli definiti di base, per accrescere la nostra conoscenza e per comprendere l’uso che dei derivati viene effettuato nell’ambito di altri prodotti finanziari, a volte molto diffusi fra il pubblico, come ad esempio capire il perché un fondo comune d’investimento si copra dal rischio di un andamento di un certo determinato mercato attraverso la conclusione di contratti d’opzione.
l termine derivati è consono alla natura degli strumenti finanziari infatti il loro valore deriva dall’andamento futuro di un determinato titolo o il verificarsi di un determinato evento oggettivamente osservabile e controllabile. L’evento costituisce il “sottostante” del prodotto derivato. La relazione che lega il valore del derivato al sottostante costituisce il risultato del derivato che prende il nome di pay-off. I prodotti derivati vengono utilizzati per 3 finalità:- Ridurre il rischio finanziario di un portafoglio esistente, chiamato finalità di copertura;- Esporsi al rischio al fine di conseguire un profitto, cioè pura speculazione;- Avere un profitto certo, privo di rischi, attraverso combinazioni sul derivato e sul sottostante, chiamato arbitraggio. Determinare il valore, la stima del derivato è da sempre il problema più complesso, in quanto richiede complicate attività di analisi; normalmente si adottano formule matematiche che tengono conto di medie degli ultimi anni, la probabilità che ciò che è già accaduto varie volte in passato abbia forti possibilità che si possa ripetere in futuro. I prodotti derivati attraverso formule matematiche analitiche in qualche modo simulano ciò che potrebbe accadere, i possibili scenari futuri del sottostante al fine di determinare il valore del pay-off.
Vediamo nel dettaglio i derivati definiti di base: contratti a termine: si tratta di un accordo tra 2 soggetti per la consegna di una determinata quantità di sottostante ad un prezzo e una data prefissati. Si applica ad azioni, obbligazioni, valute, merci, petrolio, oro, grano, ecc. Fanno parte dei contratti a termine anche i famosi future, che godono di un proprio mercato regolamentato con scambi regolari come fossero titoli veri e propri e non scommesse sul futuro prezzo di un titolo o di una merce. Gli swap: la traduzione letterale di swap è scambio; le 2 parti si accordano per scambiare tra loro flussi di pagamenti, chiamati flussi di cassa, a date certe. Gli swap non sono negoziati sui mercati regolamentati, necessitano di contratto apposito stipulato tra le parti. Le opzioni: l’opzione è un contratto che stabilisce un “diritto”, non l’obbligo, di comprare (call) o vendere (put) un bene ad un prezzo prefissato entro una certa data; si applica a tutte le attività finanziarie e alle merci. L’opzione è probabilmente il derivato più vecchio; prima dell’avvento della borsa telematica avevamo i dont, premio al rialzo, il put o premio al ribasso e lo “stellage” che offriva la doppia opzione.
Certamente il mercato dei derivati offre spunti e opportunità interessanti per coloro che studiano, conoscono bene i mercati e gli strumenti finanziari che li regolano, non dimentichiamo che sono strumenti puramente speculativi e molto, molto rischiosi Diversi dai derivati sono i prodotti “strutturati” che sono combinazioni, in un unico prodotto, di uno o più prodotti finanziari con uno o più prodotti derivati; una combinazione creata da ingegneri finanziari e destinata a pochi investitori molto professionali.