Stabilire il valore patrimoniale contenuto in un titolo azionario
è un’operazione relativamente semplice:
basta dividere i mezzi propri per il numero delle azioni ordinarie emesse.
Il valore patrimoniale contenuto in un titolo azionario, in inglese, si chiama
Book Value Per Share.
Per indicare se un titolo è quotato al di sopra o al di sotto del suo Book Value
si usa il rapporto Price/Book Value
vale a dire il rapporto fra il prezzo corrente ed il suo valore patrimoniale intrinseco.
Il tutto, normalmente riferito all’ultimo bilancio trimestrale:
Most Recent Quarter (mrq).
Tale rapporto, ovviamente sarà uguale a 1 se il titolo quota esattamente i mezzi propri per azione;
inferiore a 1, se il titolo ha un prezzo inferiore al suo valore patrimoniale intrinseco, cioè al suo Book Value;
superiore a 1, se il prezzo del titolo è superiore al suo Book Value.
Il rapporto Price/Book Value ci indica quindi con immediatezza
se un titolo è sottovalutato ( undervalued ) ovvero sopravvalutato ( overvalued ) .
Questo, tuttavia, non basta a stabilire il giusto valore ( Fair Value) di un titolo.
Se, per esempio, una società lavora costantemente in perdita, senza che esista la speranza di un ritorno all’utile
in tempi ragionevoli, è ovvio che trimestre dopo trimestre il patrimonio della società in questione diminuisce. Di
conseguenza, le sue azioni avranno una quotazione inferiore al loro valore patrimoniale intrinseco. Non è detto,
però, che acquistarle si riveli un buon affare. Anzi, semmai, il contrario.
Se, al contrario, una società che presenta utili in costante crescita sarà quotata ben al di sopra del suo valore
intrinseco, specie se si prevede una prosecuzione di tale crescita in futuro. Acquistare le sue azioni, però, non è
detto che sia un cattivo affare.
Il Price/Book Value, quindi, è solo uno degli indicatori utili all’analisi.
Importante, necessario ma non sufficiente.